giovedì 23 dicembre 2010

Ciao "vecio"

... c'erano tutti oggi a salutarti, tutti i ragazzi campioni del mondo dell'82, a dire addio a te ed anche ad un calcio che non c'e' piu', il calcio in cui si sudava e si picchiava. Le persone se ne vanno ma i ricordi restano, e le glorie del campionato del mondo in Spagna resteranno sempre scolpite come pietra nelle memorie di tutti noi. Io ero piccolo, appena 5 anni, i miei ricordi sono pochi ma essendo fra i piu' lontani che ho ci sono particolarmente affezionato, sono i ricordi di una infanzia cosi' distante ormai che e' come se appartenessero ad una vita precedente. Allora sapevo cos'era un pallone ma non sapevo nulla di calcio, i festeggiamenti per la vittoria furono per me una sorpresa, una festa di paese come non se ne era mai vista una. Non conservo immagini della partita alla tv, ma scene di cio' che avvenne dopo per le strade, scende deboli come quelle di un sogno confuso. Per terra pezzi di plastica di un faro di una macchina poco prudente nell'esultanza, la mia bandierina del circo americano sventolata come bandiera nazionale, ombre di folla in movimento generate dalle luce artificiali della notte, il concerto dei clacson avvolgente. Io e mio padre eravamo scesi giu' nella piazza fuori la porta, percorrendo quello stesso corso che avro' fatto migliaia di volte da bambino, che ora e' sempre li' ma chi ci va piu', e mia madre era rimasta casa (mia sorella aveva pochi mesi). Anch'io ti dico addio Bearzot, ringraziandoti per aver riacceso in me, questo giorno, i ricordi di quella sera, che sono frantumi spezzati come il faro bianco all'angolo della casa, e che mai pero' diventeranno polvere.
 

mercoledì 22 dicembre 2010

I proverbi fiamminghi

Chi e' stato a Berlino probabilmente conosce il Kulturforum, il complesso di edifici nati per costituire il polo culturale dell'allora Berlino Ovest, in risposta alla piu' famosa Isola dei Musei di Berlino Est. Il complesso comprende, come simboli piu' rappresentativi, la Neue Nationalgalerie (museo di arte moderna prevalentemente tedesca), la Philarmonie (dalla caratteristica forma a tenda di colore giallo) e la Gemaldegalerie (pinacoteca che raccoglie dipinti dal XII al XVII secolo). Quest'ultima, per gli amanti della pittura che si recano in visita a Berlino, e senz'altro da visitare in quanto ospita capolavori assoluti di pittori italiani come Raffaello, Botticelli, Caravaggio, Tintoretto e fiamminghi e olandesi come Rembrandt, Jan van Eyck, Vermeer. Quello che molti non sanno e' che nella Gemaldegalerie si trova un dipinto credo unico nel suo genere: I Proverbi Fiamminghi di Pieter Bruegel il Vecchio. Unico perche' nel quadro sono raffigurati ben 100 proverbi dell'uso popolare dell'epoca nella regione fiamminga. E' un quadro che possiamo definire corale, con tante figure in movimento ciascuna delle quali compie determinate azioni, apparentemente senza un senso logico. Ma anche i minimi dettagli hanno un significato, nulla e' a caso, 100 proverbi sono tanti e si nascondono in ogni angolo, basta saper guaradere bene. Ovviamente e' un lavoro difficile perche' la maggioranza dei proverbi illustrati non appartiene all'uso contemporaneo (quantomeno italiano). Serve quindi una guida, in rete ne ho trovata una in inglese ma parziale, un'altra completa ma in lingua francese.  Ammirare il dipinto, cosi' animato e colorato, e' come sfogliare un libro, e' un gesto che non si compie in un attimo ma lentamente, pagina dopo pagina, proverbio dopo proverbio, provando sorpresa e divertimento. E' un mondo alla rovescia, perche' viene descritto tutto cio' non e' consigliato fare ma che la natura umana tende a fare per sua debolezza. Riporto qui la versione italiana di quelli che mi hanno piu' colpito, per le immagini fate riferimento ai siti che ho indicato sopra.

Proverbi uguali ad attuali italiani (quindi senza bisogno di spiegazione):
  • gettare perle ai porci
  • mettere il bastone fra le ruote
  • sbattere la testa sul muro
Proverbi molto simili ad attuali italiani:
  • cadere dal bue a per terra (= cadere dalla padella alla brace)
  • nessuno cerca la persona nascosta nel forno se non ci si e' gia' nascosto lui stesso in passato (= gatto alla dispensa, quello che fa pensa)
  • cagare dalla stesso buco (= essere culo e camicia)
  • se il vitello e' affogato e' troppo tardi riempire la buca (= chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati)
  • se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadranno nel pozzo (= chi va con lo zoppo impara a zoppicare)
  • l'uccello si riconosce dalle sue piume (= l'abito non fa il monaco) (opposto)
  • mettere la campanella al gatto (= tenere il segreto di Pulcinella)
Proverbi senza corrispondenti italiani:
  • mettere il mantello blu al marito (significa: tradire il marito)
  • chi tosa pecore e chi tosa maiali (significa: a parita' di merito destini differenti)
  • avere il tetto coperto di crostate (significa: navigare nell'oro)
  • non e' in grado di raggiungere un pasto dall'altro (significa: essere in condizioni di poverta')
  • tagliare grandi strisce dalla pelle degli altri (significa: approfittare del lavoro altrui)

martedì 21 dicembre 2010

Xmas Resistance

Vorreste vivere in un mondo senza Natale? La corsa sfrenata ai regali non fa per voi? Odiate pranzi e cene con folle di parenti? Allora dovreste pensare seriamente di unirvi al movimento di restistenza al Natale (Xmas Resistance), un'organizzazione il cui scopo e' di aiutare a tirare fuori dal vortice delle feste persone che mal si adattano allo spirito natalizio. L'adesione e' semplice, dopo aver preso consapevolezza degli obiettivi e dei metodi dell'organizzazione, provvedete a stampare il logo scaricabile dal sito, e indossatelo fieramente sulla giacca, su una borsa, dove meglio credete. In questo modo, oltre a pubblicizzare l'Xmas Resistance diffondendone il verbo, comunicherete ad amici e parenti che non farete regali e che non vorrete riceverli. Certo sarete apostrafati come moderni Scrooge, esseri aridi e cinici come il protagonista del Canto di Natale di Dickens. Probabilmente molti vi faranno comunque il regalo dicendo "io ci tengo al Natale, con questo pensiero ti dimostro il mio affetto, non mi interessa che tu ricambi perche' non e' questo il senso della festa", dimostrando cosi' di essere molto piu' buoni di voi. Ma voi terrete duro superando i sensi di colpa proprio come prescrive la Xmas Resistance, e direte che si puo' essere sentimentali anche senza il consumismo pazzo, che arricchisce gli approfittatori e pesa sulle economie delle famiglie, specialmente in questi tempi di crisi, e che colpisce l'ambiente (immaginate quanta plastica e carta vengono gettate via). E non solo, a parte gli effetti economici e ecologici, volete mettere quanto viene consumato in energie nervose? Superare i sensi di colpa e' piu' agevole se pensate anche al risparmio di stress dovuto ai ritmi frenetici, alle discussioni varie, all'impegno mentale per la scelta dei regali, all'imbarazzo di dover trascorrere del tempo insieme a parenti che magari non vedete dal Natale precedente (se va bene). Se ci riuscirete, ne guadagnerete in tempo e salute.

lunedì 20 dicembre 2010

"Lo sa che il biglietto dell'autobus arrivera' ad un euro e mezzo?"

Voglio spendere alcune parole riguardo ai fatti dello scorso 14 dicembre, giorno della votazione della mozione di sfiducia al governo Berlusconi e delle manifestazioni di protesta culminate con gli scontri per le vie del centro storico di Roma. Condannare gli episodi di violenza e' scontato specialmente quando si osserva una evidente premeditazione da parte dei manifestanti che si sono resi protagonisti degli scontri (l'uso dei caschi portati per l'occasione). Episodi saltuari e casuali di "contatto fisico" fra manifestanti e forze dell'ordine sono una cosa, atti di guerriglia organizzata e sistematica un'altra.
Quello che voglio esprimere ora sono considerazioni di diverso tipo, comprendenti altri punti di vista. Prima di tutto a me e' parsa evidente l'inadeguatezza degli schieramenti delle forze dell'ordine, sia come numero che probabilmente come disposizione e gestione. Non e' assurdo che in casi del genere ci siano piu' feriti fra gli agenti che fra i manifestanti? Emblematico il caso del finanziere rimasto solo e' circondato da piu' aggressori. O il mezzo, sempre dei finanzieri, costretto alla fuga in retromarcia in via del Corso. In alcune scene delle riprese televise mostrate in televisione sembravano esserci piu' fotoreporter che agenti... Non sarebbe stato opportuno isolare e colpire i violenti ai primi segnali di ostilita' con un azione energica e decisa? Non dobbiamo pensare alla folla dei manifestanti come un intero esercito di vandali, i violenti erano pochi rispetto alla moltitudine di gente pacifica che li' era presente solo per manifestare. Il fuoco quando era piccolo poteva essere spento, ma e' stato permesso che si alimentasse diventando incendio.
Le altre considerazioni che vorrei esporre sono di tipo politico e riguardano le responsabilita' del governo, con la sua maggioranza, e dell'opposizione. Nonostante al Pdl piaccia definirsi il "partito dell'amore", i messaggi che da sempre arrivano da Berlusconi e dagli esponenti della maggioranza sono messaggi di odio, di contrapposizione, di intolleranza. L'attuale governo non e' un governo di tutti, ma solo di quelli che lo hanno votato e spesso si confondono tali elettori con la maggioranza del paese quando cosi' non e'. Sarebbe lungo l'elenco di offese rivolte dal premier a chi non la pensa come lui. Per citare solo le ultime, rivolte agli studenti, ricordiamo che Berlusconi ha provocato dicendo che i veri studenti sono a casa a studiare e non a manifestare, e che dovrebbero fare la corte alle ragazze invece di protestare. Ben piu' gravi, limitandosi alla stretta attualita', le dichiarazioni del capogruppo del Pdl al Senato, Gasparri, che auspica una strategia di arresti preventivi, parole irresponsabili a pochi giorni da cio' che e' successo (considerando anche che altre manifestazioni avranno luogo il 22, giorno del voto finale alla riforma Gelmini).
Ulteriori responsabilita', per il clima che si sta creando, si possono individuare a carico dell'opposizione. In pratica allo stato attuale non esiste una rappresentanza in parlamento di determinate categorie sociali. La mancanza di istituzioni politiche in grado di dare ascolto ad una sinistra diversa dal Pd non e' un dato salutare per la democrazia. Gli interessi della sinistra dell'attuale opposizione sembrano per molti coincidere unicamente con la difesa di categorie di privilegiati quali la stessa classe politica e gli statali. Molto preoccupante che alcuni parlamentare eletti con l'Idv e con il Pd abbiano votato la fiducia al governo perche' cio' mette in dubbio la moralita', sempre dichiarata superiore, della sinistra. Come esempio di debolezza e poverta' di idee dell'opposizione si puo' prendere il discorso fatto da Bersani durante le dichiarazioni delle intenzioni di voto il giorno della fiducia, in cui il segretario del Pd cita l'aumento del prezzo del biglietto dei mezzi pubblici (insieme a quello della benzina). Oltre dal contenuto (non certo di alta politica), la sensazione di "inadeguatezza" e' accentuata da toni che vorrebbero essere duri ma non ci riescono e quindi sconfinano nel grottesco (per la serie "ci provo ma nemmeno io ci credo").

venerdì 17 dicembre 2010

Una Leaf verde

Il futuro e' gia' adesso. Non dovremo piu' aspettare molto per vedere circolare sulle nostre strade le auto elettriche. La prima che sbarchera' in Europa, all'inizio del prossimo anno (ma in Italia verra' commercializzata verso la fine del 2011), sara' la Nissan Leaf, auto concepita escusivamente per la trazione elettrica. Gia' da una prima occhiata si capisce che e' un'auto proiettata al futuro: le linee sono stravaganti e tecnologiche, sia per garantire un bassa resistenza aerodinamica (obiettivo di ogni auto "ecologica" che si rispetti), sia per evidenziare il carattere "moderno" del mezzo. Ecco quindi il muso spiovente, con i fari allungati e la mascherina larga quasi a "bocca di pesce", e un posteriore massiccio, con forme arrotondate, dotato di ampio portellone. Come categoria siamo su una monovolume del segmento c, con dimensioni pero' molto abbondanti (la lunghezza di 4.45 m, insieme al passo lungo rendono molto abitabile e spazioso l'interno). 
Veniamo quindi alla motorizzazione: il motore termico tradizionale e' sostituito da un motore elettrico sincrono di 109 cv, in grado di fornire una coppia di 280 Nm da 0 a 2700 rpm. L'ampio range di funzionamento di un motore elettrico (in questo caso da 0 a 10000 rpm circa) consente di fare a meno del cambio, sostituito da un unico rapporto di riduzione. Consente anche di avere partenze molto scattanti, il motore e' brioso fino ai 2700 rpm di coppia massima (lo 0-100 km/h dovrebbe realizzarsi in 12 secondi circa). 
I lati negativi sono due, come per tutte le auto elettriche attuali del resto: autonomia e prezzo. L'autonomia dichiarata e' 160 km ma gli effettivi, ad esempio con climatizzatore acceso, saranno certamente minori. Questo limita ovviamente l'utilizzo extraurbano, considerano che i tempi di ricarica, allacciandosi ad una normale presa elettrica, sono di 8 ore. L'altro aspetto e' il prezzo, 35.000 euro non sono pochi, anche se l'acquisto sara' facilitato dagli incentivi (non si sa ancora la cifra in Italia, mediamente negli altri paesi europei siamo sui 5.000 euro). Altri aiuti verranno dall'esenzione del bollo per i primi anni e, pare, anche se e' da verificare, da speciali sconti delle compagnie di assicurazione. In teoria anche i costi dei tagliandi dovrebbero essere piu' bassi rispetto ad un'auto tradizionale perche' non ci sono olio motore e filtro da cambiare.
Insomma una scelta da valutare, prima dell'acquisto comunque occorre informarsi anche nei riguardi delle batterie e degli accumulatori che costituiscono la parte prevalente del
prezzo, un loro guasto e successiva sostituzione significherebbe quasi ricomprare la macchina, quindi bisogna assicurarsi che la durata della garanzia di queste parti sia abbastanza lunga. Ancora meglio, forse, se le batterie siano concesse a noleggio, come fa ad esempio Renault. Ma se tutto cio' non vi spaventa, anzi vi incoraggia il fatto che la Leaf sia stata eletta auto dell'anno 2011 in Europa, buon viaggio ad emissioni zero!


mercoledì 15 dicembre 2010

Una birra a quattro zampe

Quale e' il miglior amico dell'uomo durante una sera fredda come queste? La Bulldog Strong Ale! Stiamo parlando di una birra inglese, simile ad una Pale Ale come genere ma con caratteristiche molto personali. Di colore ambrato, gradazione alcolica di 6.3, e' un caso di perfetto equilibrio fra un amaro di luppolo molto accentuato e un dolce di malto tostato con sentori di caramello (anche se, a mio parere, e' solo l'amaro che alla fine resta in bocca). Prodotta a partire dal 1947 per l'esportazione, e' forse la birra inglese piu' conosciuta in Europa al di fuori dei confini inglesi, mentre in patria non ha mai acquisito grossa notorieta'. Da consumare a temperature non troppo basse (10 - 12 gradi), accompagna facilmente carni di maiale e formaggi. Il processo di produzione di questa birra si contraddistingue per due fasi particolari: il dry hopping, ovvero l'aggiunta di luppolo a freddo, successivamente alla cottura (gli aromi volatili del luppolo non vengono cosi' dispersi donando maggiore complessita' all'aroma); il warm conditioning, ovvero la realizzazione della fermentazione secondaria (maturazione) a temperature calde, ben superiori ai 0 - 2 gradi tipici (cosi' facendo gli zuccheri non fermentati cristallizzano generando l'aroma di caramello). Insomma, una birra simpatica (per via del nome e dell'etichetta) e certamente di qualita', ed e' l'unica ale che riesco a trovare nei supermercati!

martedì 14 dicembre 2010

IKEA storming

Il vecchio catalogo dell'IKEA, no, non l'ho preso, deve essere rimasto nella pila di riviste e cartacce sopra il comodino... ecco lo svincolo, bisogna uscire qui senno' e' un casino... ma intanto andava consegnato massimo ad ottobre, e poi cosa credi che ti danno per premiare il tuo spirito ecologico, sara' un portachiavi di betulla...  ok, cerchiamo con calma un parcheggio senza investire nessuno, tanto lo sai che non lo trovi subito, tutto in fondo e poi a destra... ci siamo, stavolta faccio il bravo e prendo solo una matita, tanto ne ho una scorta a casa... piano superiore, manca un mese e mezzo a natale ma si soffoca lo stesso, spingo e sgomito, spingo e sgomito... mi preparo, so che di sotto sara' peggio con i carrelli ed i passaggi stretti... prendo nota, posto e scaffale, tavolino lack e mobile expedit... bianco cosa meno ma a me servirebbe noce... ancora queste maledette polpette, lo so che sono di gomma ma non riesco mai ad evitare di sceglierle, sara' che attira il rosso della salsa ai mirtilli... che fatica fare slalom di bambini, pero' il bar l'ho raggiunto, un caffe' mi tirera' su di morale... ciao signorina barista, anche tu le passi male oggi eh? o la cortesia non e' il tuo punto forte? scendiamo giu', ecco lo sapevo, il mal di testa comincia a farmi pulsare le tempie, sguardo dritto, concentriamoci sullo stretto necessario, il compitino e' terminare la lista della spesa... boh, i vasi non li trovo, i bicchieri si' ma sono quelli che si rompono... si rompono ma compriamoli, tanto costano poco... quasi la fine, tutto ha preso a girare intorno a me... dannazione, l'expedit e' finito, vada per il lack... tra un barricata e l'altra di cianfrusaglie natalizie... quelle sono le casse, vabbe' la fila sara' l'ultimo tormento... pagato, tutto a posto, anzi... forse... no, la FAMILY card e' rimasta alla cassa... torno indietro, FAMILY recuperata... che vuole quel tizio che corre veloce... mi dici che devo guardare ai miei piedi? OPS... la carta di credito, mi era sfuggita via, ehm... no, non me ne ero accorto... GRAZIE tizio che corre veloce...

lunedì 13 dicembre 2010

Bamboccioni ieri oggi e domani

Si e' parlato spesso nel recente passato del fenomeno dei bamboccioni, giovani ventenni e trentenni che non abbandonano il nido familiare, non costruiscono una famiglia perche', per ragioni di opportunismo, preferiscono rimanere nella famiglia che hanno, quella in cui sono cresciuti. Vorrei ora porre l'attenzione su una categoria di bamboccioni altrettando diffusa ma poco discussa, i bamboccioni adulti. Tale categoria puo' essere suddivisa in due gruppi secondo un criterio anagrafico, i bamboccioni genitori costituita da individui della fascia di 40-60 anni ed i bamboccioni nonni di eta' compresa fra i 60 e gli 80 anni. Per quanto anziani si tratta di persone quindi che non hanno vissuto la guerra (e le relative privazioni) oppure l'hanno vissuta in modo marginale. Persone che sono cresciute in una fase di benessere economico e con la televisione avente un ruolo gia' importante nella vita sociale. Ebbene, caratteristiche comuni di questi bamboccioni troppo cresciuti sono immaturita', egoismo, indifferenza, consumismo sfrenato. La differenza fra le due sotto-categorie e' che, mentre il bamboccione genitore e' timoroso e cerca di fuggire dall'idea della morte fingendo che il tempo non passi, il bamboccione nonno vive in uno stato di inconscienza completa, di torpore cosi' inebriante che nemmeno gli permette di realizzare la propria condizione.
Entrambi i tipi sono facilmente riconoscibili, nelle strade e negli schermi televisi. Il bamboccione nonno lo vediamo applaudire beato fra il pubblico di programmi dove si aprono pacchi, le sere estive ballare in piazza durante le feste, cantare in coro le canzoni dei Pooh. Chiusi nel loro piccolo mondo, sembrano ignorare tutto il resto e perseguono piaceri frivoli quasi come novelli dandy. Il bamboccione genitore si riconosce perche', pur essendo adulto, veste come un adolescente, con felpe, tute e jeans strappati. In estate si nota meglio perche' ama girare con  magliette (e cannottiere) con vistose scritte, calzoni corti e ciabatte. Si fa "apprezzare" anche per gli occhiali con montature variopinte. I centri commerciali, in particolare, sono pieni a qualunque ora ed in qualunque giorno di questa figura. Se presenti con la famiglia, si possono osservare scene gustose in cui il bamboccione genitore, privo di autorita' morale, nel migliore dei casi non riesce a tenere a bada i pargoli, nel peggiore viene da essi regolarmente insultato. Ha ritmi di vita piu' intensi del bamboccioni nonno e quindi fa piu' pena, anche perche', pur non essendone consapevole, la sua tristezza che nasconde sfiora la depressione. Ammettiamolo, siamo circondati da generazioni di "sconvolti, che non ha piu' santi ne' eroi", generazioni di bamboccioni.

sabato 11 dicembre 2010

I segreti di Londra

Ho appena finito il libro I segreti di Londra di Corrado Augias. Come per I segreti di Roma dello stesso autore che lessi tempo fa, luoghi, monumenti, strade e piazze diventano punti di partenza per raccontare personaggi e storie. Rispetto a I segreti di Roma, in cui durante la lettura si ha quasi la sensazione di essere accompagnati per mano alla scoperta della capitale italiana, nel libro appena terminato ho osservato un certo distacco fra i luoghi ed i racconti, nel senso che ogni capitolo si apre con una descrizione abbastanza veloce di un posto come pretesto per introdurre un evento o personaggio storico il quale viene approfondito nel corso del capitolo perdendo pero' qualunque legame dal contesto topologico iniziale. Un aspetto positivo riscontrato ne I segreti di Roma che si mantiene inalterato anche nella versione londinese del libro e' sicuramente la piacevolezza delle stile sobrio e pacato di Augias, cosi' ricco di dettagli e di precisione giornalistica, a volte arricchito da una velata ironia. L'unica critica da muovere all'autore e' l'eccessivo uso di parentesi che si aprono per descrivere storie dentro altre storie, che possono distogliere dai temi principali rendendo macchinosa la lettura. Discutibile anche la scelta di chiudere dedicando l'ultimo capitolo alle vicende di Diana Spencer, magari era possibile trovare spunti migliori inerenti la Londra contemporanea.
Apprezzabile invece il capitolo introduttivo in cui sono elencati pregiudizi e luoghi comuni degli inglesi secondo il punto di vista degli italiani e viceversa, perche', come poi l'autore spieghera', molti di questi pregiudizi sono veritieri, cio' che e' sbagliato e' la percezione che tende a definire certe caratteristiche difetti quando in realta', se analizzate a fondo, diventa chiaro che difetti non sono. Ad esempio, il rigore e la serieta' inglesi, se grotteschi nella loro forma piu' eccessiva, considerati con piu' profondita' esprimono un'affermazione di liberta' individuale che passa per il rispetto delle regole comuni. Ne I segreti di Londra vengono appunto esaltati i pregi del popolo inglese, anche laddove sembra che sia piu' difficile scovarli. In ogni caso i pregi richiamano per contrasto i numerosi difetti. L'orgoglio nazionale, la tenacia, e le capacita' belliche, che hanno trovato il massimo splendore in personaggi come l'ammiraglio Neltson o il duca di Wellington d'altra parte hanno generato crimini e nefandezze come quelli accaduti negli episodi di maggior violenza del colonialismo britannico (vedere la guerra contro gli Zulu, l'oppressione dell'India di Gandhi). I luoghi che piu' mi hanno incuriosito, citati nel libro, e che non manchero' di visitare quando mi capitera' di andare a Londra per la prima volta, sono: la recente ricostruzione del teatro di Shakespeare (l'originale teatro cosi' come doveva apparire nel Seicento); la finta casa di Sherlock Holmes al 221B di Baker Street (un museo dedicato al piu' famoso investigatore di tutti i tempi, il numero civico dell'edificio sarebbe in realta' il 234); la London Tower, la cittadella fortificata dove furonto tenuti prigionieri Tommaso Moro ed Anna Bolema. Interessante anche la casa museo di Sir John Soane dove, fra le tante opere, e' ospitata la Carriera di un Libertino di Hogarth, una storia realizzata in otto dipinti in successione cronologica (come se si trattasse di un romanzo). Hogarth, come lo Swift de I Viaggi di Gulliver, denuncia i mali e la corruzione della societa' borghese del Settecento. Piu' tardi, nell'Ottocento, Dickens mettera' sotto accusa il degrado e lo sfruttamento della gente dei quartieri poveri (emerge chiaramente dal libro che lo sviluppo industriale e scientifico di cui l'Inghilterra e' stata leader per secoli ha avuto ripercussioni anche drammatiche nella vita sociale prima che si sviluppassero i moderni concetti di diritto e di tutela).

martedì 7 dicembre 2010

Scontro virtuale

A pochi giorni dallo sbarco in Italia di Amazon, il piu' grande negozio on line del mondo, mi sono deciso a dare una sbirciata al nuovo sito e fare una prova di acquisto di alcuni libri a cui sono interessato. Per rendermi conto della convenienza di Amazon ho fatto poi un confronto con due siti analoghi, puramente italiani, Ibs e Unilibro. Il primo lo conosco per fama ma non l'ho mai usato, il secondo mi e' servito una volta per l'acquisto di un libro non di narrativa ma di tipo "tecnico" che non potevo sicuramente trovare in libreria. Fondamentalmente preferisco la scelta diretta di un libro fra gli scaffali di una libreria, ritengo importante l'acquisto on line non per questioni di risparmio o di tempo, ma per l'opportunita' di trovare praticamente di tutto. I libri del mio test sono tre:
  • Guida galattica per gli autostoppisti di Adams Douglas: una storia di fantascienza umoristica, molto famoso nel genere.
  • Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Haddon Mark: un giallo recente (2003) con protagonista un ragazzo dalle notevoli capacita' matematiche.
  • Il mondo secondo Garp di Irving John: un romanzo originale e divertente che narra la vita di Garp, uno scrittore dalle vicende travagliate.                                     
Il totale dei 3 libri per Amazon 21,77 € che si dimostra di gran lunga piu' economico di Ibs (26,47 €) e soprattutto di Unilibro (34,60 €). Da notare che le spese di spedizione sia per Amazon che per Ibs sono nulle per ordini superiori ai 19,00 €. Nel totale di Unilibro sono invece comprese per una quota di 3,50 €. Va a sfavore di Amazon invece il fatto che Il mondo secondo Garp non era al momento disponibile! Un confronto piu' accurato andrebbe fatto inoltre sui tempi di spedizione. In conclusione Amazon e Ibs se la giocano, Unilibro certamente non e' competitivo.

lunedì 6 dicembre 2010

La strada che verra'

Le previsioni dicevano fine 2010, ma per il completamento della Terni-Rieti siamo ancora al 75% come dichiarato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti sabato scorso durante la cerimonia in occasione dell'abbattimento dell'ultimo diaframma della galleria Svincolo Valnerina, una delle tre gallerie facenti parte dell'opera. I lavori, iniziati nel 2006, sono proseguiti tutto sommato abbastanza velocemente in questi anni, ma per la conclusione molto dipendera' dai tempi di approvazione e realizzazione della variante al progetto riguardante l'ultimo tratto: il progetto iniziale prevedeva il passaggio sotterraneo per l'attraversamento del Velino, la modifica proposta considera invece lo scavalcamento del fiume tramite un ponte. La strada, di lunghezza pari a 11 km, una volta ultimata colleghera' lo svincolo di Terni Est della statale 675 Umbro-Laziale con il confine regionale per riprendere poi il tratto di Terni-Rieti gia' esistente (all'altezza di Pie' di Moggio). E' difficile fare un punto della situazione preciso basandosi sulle varie note che vengono rilasciate alla stampa, tutte troppo sintetiche e molto simili fra loro, provo comunque a riassumere in modo schematico:
  • Galleria Valnerina: e' la galleria piu' lunga (3835 m), quella che passa sotto Le Marmore per intenderci. Nel febbraio 2009 venne abbattutto il diaframma intermedio, e cio' significava che ne erano stati terminati 2500 m. Probabilmente l'ultimo tratto verso Rieti deve ancora essere scavato.
  • Galleria Tescino: 1460 m, e' la galleria che, provenendo da Terni, precede il ponte sulla Valnerina. Dopo un'interruzione dei lavori in seguito alla scoperta di una discarica di rifiuti pericolosi, e' stata ultimata nel settembre 2010.
  • Galleria Svincolo Valnerina: 930 m, l'ultimo diaframma e' stato abbattuto appunto sabato 4 dicembre. Servira' per uscire in direzione Valnerina con svolta prima del ponte, sempre provenendo da Terni (e viceversa per entrare).
  • Galleria artificiale di Villavalle: 96 m, penso debba essere ancora realizzata, non e' chiaro la sua funzione, comunque la localita' Villavalle e' nei pressi della Valnerina (anche questa galleria potrebbere far parte dello svincolo citato sopra?).
  • Ponte sulla Valnerina: ad arco, con tubi di acciaio di diametro 2.2 m, ha una lunghezza di 300 m. Due semi archi laterali fanno da rinforzo. E' la costruzione piu' imponente e innovativa dell'opera, visibile completa gia' nel 2009.
  •  Ponte metallico: 40 m, mi sfugge dove e perche'.
  • Ponte sul Velino: previsto dalla variante, sara' situato subito dopo la Galleria Valnerina (ancora in fase di approvazione).
  • 3 viadotti: tutti gia' realizzati (pero' ho difficolta' a contarne 3).
  • 4 svincoli: di sicuro gia' pronto quello a Terni Est. Lo svincolo per la Valnerina sara' completato entro il 2010 (in concomitanza sara' aperto al traffico il tratto Terni Est - Valnerina appunto, un primo assaggio dell'opera). Per gli altri non so esprimermi.             
Mano a mano che verranno fuori altri aggiornamenti cerchero' di raccontarli. Attendo anch'io impaziente l'apertura finale dell'opera, di sicura utilita' per quello che mi riguarda. L'unico mio dubbio risiede nel fatto che sara' una strada ad una sola carreggiata e due corsie, potenzialmente si formeranno code di camion, difficilmente superabili, nei tratti di maggior salita.
Qui sotto la foto del ponte ad arco presa dal sito dello studio Matildi che lo ha progettato.

venerdì 3 dicembre 2010

Serpentone Mx-5

Quest'anno ne ha compiuti 20. Cosi' giovane e' gia' un mito, non mi riferisco ad una ragazza nel fiore dell'eta' ma ad un piccolo gioiello su quattro ruote di nome Mazda Mx-5. Per chi non la conoscesse e' una spider sportiva ma dal prezzo accessibile, apprezzata in tutta il mondo e con numerosi club di affezionati. Nella stagione estiva se ne vedono sulle strade ma non in modo eccessivo (anche se e' la spider piu' venduta di sempre!), comunque sono chiaramente riconoscibili, con la forma tonda, il profilo schiacciato e lungo, il muso simpatico. La prima versione poi presenta come elemento distintivo i fanali a scomparsa, altra caratteristica ben evidente.  La capote in tela e' un ulteriore elemento di distinzione, anche se l'ultima versione (la terza, in produzione dal 2005), offre, oltre alla capote in tela, il tetto rigido ripiegabile (cosa che magari fa storcere il naso ai tradizionalisti).
Alcuni dati tecnici: la Mx-5 attualmente e' disponibile con due motori benzina 1.8 (126 CV) e 2.0 (160 CV), il primo con cambio manuale a 5 rapporti, il secondo a 6 (manuale o automatico sequenziale); la vettura e' lunga 4.02 m e pesa 1075 kg (20 kg in piu' nel caso di tetto rigido) con motorizzazione 1.8, capace di uno 0-100 km/h di poco piu' di 9 secondi.
Gli allestamenti previsti sono due, uno base Wind ed uno completo Fire. Un 1.8 Wind costa 23.900 euro, quindi con il prezzo di una compatta si puo' portare a casa una macchina con vocazione sportiva, motore anteriore longitudinale e trazione posteriore di vecchio stampo. Anche sterzo, sospensioni e bilanciamento dei pesi appagano la guida sportiva ovviamente. Interessante la versione 1.8 Wind realizzata per festeggiare il 20esimo anniversario, ha cornici dei fari e della mascherina cromate.
Per concludere la risposto alla domanda: perche' parlo di Mx-5 oggi? Perche' sono venuto a sapere che lo scorso 18 settembre c'e' stato un raduno vicono a Essen, in Germania, con vetture provenienti da 17 paesi (fra cui l'Italia) che hanno stabilito il World Guinness Record di serpentone di Mx-5 piu' lungo al mondo (249 auto per una lunghezza complessiva di 3.2 km, quindi una distanza di circa 8 m fra ogni auto e la successiva). 
Grande Mx-5, un giorno sarai mia!


giovedì 2 dicembre 2010

Provocazione occhio elettronico

La situazione sulle strade e' sempre piu' un inferno, forse per il costante incremento di traffico, forse perche' chi guida e' meno rispettoso delle regole rispetto al passato, forse perche' con lo stile di vita odierno non si ha mai tempo e si tende ad andare di fretta, fiduciosi tanto che il rischio di essere puniti per l'infrazione commessa e' poco probabile. Ogni giorno, nel breve tragitto casa lavoro, osservo i seguenti  comportamenti "nocivi" da parte degli altri automobilisti: immissione arrogante dalla strada secondaria alla strada principale (l'opposto, cioe' ostacolare l'immissione nei casi in cui ad esempio si e' in coda, e' altrettanto frequente), svolta senza freccia, introduzione in rotonda a tutta velocita'. Per non parlare poi dei comportamenti fastidiosi di chi procede esageratamente lento, puo' trattarsi di persona anziana, di persona di qualunque eta' ma concentrata piu' sul cellulare che sulla strada, o semplicemente di persona incantata, con aria assorta, persa in chissa' quali sogni.
Ebbene, prendendo spunto dall'Opel Eye, fotocamera montata sugli ultimi modelli prodotti dalla casa automobilistica tedesca, capace di "guardare" la strada ed in particolare la segnaletica avvertendo il guidatore dei limiti e dei divieti, propongo di adottare una tecnologia simile su tutte le automobili di futura produzione per registrare infrazioni sulla strada in tempo reale, una sorta cioe' di autovelox mobile, che si sposta con noi come un grande fratello sanzionatorio. Pensate che soddisfazione riprendere chi vi taglia la strada, con trasmissione automatica dei dati alla piu' vicina centrale di polizia (tramite rete wireless, non serviranno punti di accesso ovunque ma solo in posizione strategiche). La lettura delle immagini e delle misurazioni permettera' di decidere in pochi secondi se applicare la multa. Dato che certe infrazioni non vengono mai controllate, dato che di volanti in giro se ne vedono molto poche (l'automobilista se viene multato e' quasi sempre per eccesso di velocita' rilevato da un autovelox), quello proposto e' un modo, anche se poco simpatico (capisco), di riportare un po' di ordine e buon senso nelle strade.

mercoledì 1 dicembre 2010

It’s a good day for a Guinness!

Questa volta dedico il post ad una birra di un paese in cui non sono stato ma vorrei tanto andare: la mitica Guinness, vero e proprio simbolo irlandese. La Guinness appartiene alla tipologia delle irish dry stout, a sua volta appartenente alla piu' ampia famiglia delle generiche stout. E' necessaria una breve spiegazione di storia della birra per capire le origini delle stout. Agli inizi del settecento a Londra era molto in voga presso la classe operaia il consumo di una miscela di tre birre differenti, una economica leggera (beer), una economica piu' alcolica (ale) e una birra invecchiata piu' pregiata (two penny). Un birraio di nome Harwood penso' di creare una unica birra, detta three threads o entire, in grado di riprodurre il risultato della miscela delle tre. Subito questa birra prese il nome di porter, cioe' "facchino" perche' tali erano in prevalenza gli operai che amavano consumarla. Le porter erano birre amare, poco corpose, di colore marrone scuro o nero. Diffuse ancora per tutto l'ottocento poi non furono piu' prodotte (per essere ovviamente riscoperte di recente dagli appassionati). Le porter erano di varia gradazione alcolica
e le piu' forti venivano chiamate porter stout. Il nome stout sopravvisse ed identifico' un nuovo genere questa volta irlandese piuttosto che inglese.
Oggi con irish dry stout si indica una birra, ad alta fermentazione, scura, amara e di moderato tenore alcolico (4 gradi) con note predominanti di caffe', liquirizia e affumicato. La piu' famosa e' la Guinness di Dublino, con la sua caratteristica schiuma color cappuccino. Ma non e' l'unica, a Cork ad esempio vengono realizzate due concorrenti dalla Murphy's e dalla Beamish. L'irish dry stout si accompagna bene con le ostriche, addirittura in passato le ostriche ne costituivano un ingrediente in certe versioni (oyster stout).
Oltre alla Guinness personalmente non ho provato altre stout se non la Ceres Stout acquistata al supermercato che comunque rende bene l'idea della tipologia. Il quadro delle stout, oltre alle irish dry, comprende altre birre piu' particolari di seguito elencate:
  • imperial stout: genere realizzato per l'esportazione nella Russia degli zar (Caterina II si era lamentata che le birre arrivavano ghiacciate!), quindi con maggior grado alcolico. Il maggior corpo e' bilanciato da un accentuato amaro, con toni di prugna cotta e frutta secca.
  • sweet o milk stout: ottenute aggiungendo lattosio per contrastare l'amaro (e' uno zucchero che non fermenta e quindi rimane nella birra).
  • oatmeal stout: realizzate aggiungendo farina d'avena al malto. Il gusto e' complesso, il corpo vellutato.
  • choccolate e coffee stout: i sentori di cioccolato o caffe' derivano da malti scuri, molto tostati, oppure proprio dall'aggiunta dei due ingredienti.

martedì 30 novembre 2010

Curry + Wurst

Altro ricordo di Berlino, dopo la birra parliamo di curry wurst, il popolare cibo da strada della capitale tedesca, preparato e venduto nei tipici imbiss (chioschi). Inventato nel 1949 da Herta Heuwer usando come ingredienti ketchup, salsa Worcestershire e curry ricevuti da soldati inglesi stanziati a Berlino, divento' subito molto popolare specialmente tra gli operai che lavoravano nella zona di Charlottenburg dove la signora apri' il suo imbiss. Sul posto ora e' possibile vedere una targa che celebra Herta Heuwer e la sua salsa Chillup (con questo nome venne registrata). Da notare anche che l'anno scorso, per celebrare i sessanta anni di vita del curry wurst, e' stato inaugurato un museo ad esso dedicato  Deutsches Currywurst Museum (data l'offerta di musei di Berlino estremamente vasta ed importante ovviamente consiglio di lasciar perdere questo museo per visitare il Pergamon Museum ed il resto).
Certo mangiarlo a Berlino, servito sul piccolo vassoio di carta, accompagnato da patatine fritte o da un panino (brochen), e' un'esperienza unica, ma una versione casalinga, semplice da realizzare, puo' essere molto vicina all'originale. Volendo rinunciare ad i wurst bianchi tedeschi per i comuni wurstel del supermercato sotto casa, ed alla salsa della signora Heuwer per un comunissimo ketchup, il curry wurst fatto in casa diventa un gioco da ragazzi. Prima di tutto occorre bollire per pochi minuti i wurstel, quindi tagliarli a fette non troppo sottili mentre su una pentola si riscalda il ketchup. Per ultimo unire al ketcup nella pentola i wurstel tagliati, aggiungere il curry in polvere e lasciar stare ancora un po'. Naturalmente sulle quantita' ognuno si puo' regolare come vuole, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di aggiungere altre salse o spezie. Per finire una curiosita', a Berlino ho visto tagliare il wurst con una apposita macchinetta che in un colpo solo affetta il wurst per l'intera lunghezza!

lunedì 29 novembre 2010

Tutta un'altra musica

A tutti penso sara' capitato di viaggiare in macchina la sera o la notte e sentire il bisogno della compagnia della radio. "Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei" come canta Ligabue. A me succede spesso, e quando succede il venerdi' sera o il sabato notte le trasmissioni che amo seguire sono rispettivamente Radio2 Live e Stereonotte.
La seconda non credo abbia bisogno di presentazioni essendo un appuntamento storico per molti appassionati. Si puo' ascoltare la musica che ad altri orari e su altre radio non sentiresti mai, presentata e commentata da conduttori davvero molto competenti oltre che simpatici, capaci di creare quella che si potrebbe definire la giusta atmosfera. Per quanto mi riguarda Stereonotte e' un mezzo per conoscere nuova musica piu' che per approfondire generi e autori che gia' ascolto. Il panorama musicale e' sterminato e Stereonotte aiuta ad aprire sempre nuove prospettive. Ultimamente ad esempio grazie al programma sono venuto a conoscenza di The Smiths, gruppo inglese degli anni '80 di cui ignoravo l'esistenza (anche se il leader Morissey mi era noto!). Credo proprio che appena ne avro' l'occasione comprero' un loro album (ho buttato l'occhio su The Sound of the Smiths, una specie di best of uscito un paio di anni fa).
L'altro programma a cui sopra accennavo, Radio2 Live, e' meno conosciuto e forse meno suggestivo ma non meno importante perche' offre concerti live ogni venerdi' sera. La scorsa puntata e' stato trasmetto un concerto di The Coral registrato a Milano ad inizio mese. Anche in questo caso e' stata una bella sorpresa conoscere una nuova band, che mi e' piaciuta particolarmente per il richiamo alle sonorita' degli anni 60 e per l'impronta folk-rock di molte delle loro canzoni. Nonostante The Coral esistano dalla fine degli anni '90 non hanno ancora raggiunto un successo di massa, e questo sembra essere proprio una ulteriore testimonianza a loro favore.

venerdì 26 novembre 2010

Bondolizer

In una ipotetica classifica dei personaggi meno invidiati in questo momento metterei sicuramente il ministro per i Beni e le Attivita' Culturali Sandro Bondi. Dopo il crollo della casa dei gladiatori a Pompei, la protesta dei lavoratori nel settore dello spettacolo per i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) ed il mancato rinnovo degli sgravi fiscali per le produzioni cinematografiche, ecco infine scoppiare lo scandalo parentopoli: tra i beneficiari del tanto contestato FUS, per una quota di 25.000 euro, troviamo l'ex marito dell'attuale compagna del ministro Manuela Repetti. La giustificazione secondo cui si tratta di un fatto privato, di un gesto generoso rivolto ad una persona in difficolta' e' banale e gia' sentita, Bondi deve aver imparato dal presidente del Consiglio, anche lui uomo di cuore pronto ad intervenire per togliere dai guai la povera Ruby. Ma non solo, dobbiamo aggiungere fra i destinatari della bonta' del ministro anche il figlio di Manuela Repetti, che si e' venuto a sapere lavora al ministero. Ultimo degli scandali, in occasione dello scorso Festival del Cinema di Venezia, Bondi avrebbe inventato un "premio speciale" da assegnare alla regista bulgara Michelle Bonev, amica "cara" del presidente Berlusconi.
Prima della mozione di sfiducia che lo riguardera' lunedi' prossimo, lo vogliamo ricordare qui per un'attivita' che lo ha reso famoso in questi anni: le poesie dedicate a personaggi, della politica e no, a lui particolarmente vicini. In pieno accordo con il suo carattere, si tratta di brevi componimenti di ossequio, lunghi generalmente 4 versi, ciascun verso composto da poche parole, piu' che altro sostantivi e aggettivi (i verbi sono rari).  Il tutto pieno di retorica e immagini mielose, senza alcuna connessione logica fra un verso e l'altro. Ecco un esempio che ho copiato dall'antologia su gamberorotto.com:
A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio.
(la madre di Berlusconi e' madre di Dio, quindi ...).  Sullo stesso sito esiste una divertente applicazione, il Bondolizer per generare in automatico questo tipo di poesie, sono tutte diverse ma tutte uguali, lo stile e' inconfondibile, provare per credere!


 

giovedì 25 novembre 2010

Banda stretta

Liberalizzazione del wi-fi nei locali pubblici? Dalle dichiarazioni del ministro Maroni sembrava proprio cosi', in realta' pare che la volonta' politica sia: agevoliamo la diffusione del wi-fi eliminando aspetti burocratici ma manteniamo l'obbligo di identificazione per l'utente che si connette. Quindi liberalizzazione ma fino ad un certo punto, se ne parlera' con il disegno di legge prossimamente in parlamento. Quello che e' certo e' che il decreto Pisanu, in scadenza al 31 dicembre 2010 non sara' prorogato. Con esso scomparira' appunto l'obbligo del gestore del locale pubblico di chiedere la licenza alla questura. L'obbligo di identificazione non scade, sarebbe necessaria invece un'abrogazione per toglierlo di mezzo. Ma cio' evidentemente non accadra', a differenza delle legislazioni di molti altri paesi dovremo continuare a farci identificare, per questioni di sicurezza dicono.
Passata la fase della carta di identita' si discutera' della possibilita' di usare il cellulare per ricevere una password da impostare nell'accesso. Tale sistema pero' non sarebbe praticabile per i visitatori stranieri (dal loro numero di cellulare non si riuscirebbe a risalire a nome e cognome come per i cittadini italiani).
Sarebbe bello capire con supporto di dati se i wi-fi liberi sono seriamente un mezzo prediletto da criminali e terroristi, ma e' difficile pensare che sia cosi' dato l'esempio degli altri paesi in cui non esistono restrizioni! Stiamo a vedere cosa succedera', voglio ricordare, per finire, che il problema del wi-fi non libero si aggiunge ad altri problemi che limitano la fruizione di internet in Italia, il wi-max in ritardo per colpa dell'assegnazione delle frequenze, il digital divide con 10 milioni di italiani sprovvisti di copertura di banda larga.

mercoledì 24 novembre 2010

Il piccolo genio/1

Dopo oltre 140.000 km percorsi ho sufficienti elementi per fare un bilancio della mia compagna di viaggio Toyota Yaris 1.4 D4D. Acquistata nel giugno 2006, e' stata strapazzata sin da subito con una percorrenza record di 45.000 km circa nel primo anno (allora facevo vita da pendolare). Con il cambio di lavoro la media si e' poi attestata sui 30.000 km/anno, valore comunque non indifferente (nei fine settimana macino abbastanza). 
Il giudizio complessivo e' piu' che buono, sia dal punto di vista della qualita' di guida che nei riguardi della manutenzione. L'unico intervento non programmato ha riguardato la batteria, sostituita non molto tempo fa. Per il resto di rilevante c'e' da sottolineare solo il cambio della cinghia dei servizi, previsto per il tagliando dei 105.000 km (effettuato pero' a 120.000). Faccio notare che la distribuzione e' con catena, non cinghia, particolare importante che evita l'ulteriore spesa per la sostituzione della cinghia prevista in molte altre macchine. I tagliandi sono stati effettuati con regolarita' ogni 15.000 km (quindi molti frequenti, purtroppo) come previsto per la garanzia. Ricordando meglio, oltre al problema della batteria, di recente ho dovuto affrontare anche la questione del motore che vibrava e strattonava all'avvio, ma la soluzione e' stata semplice, ha riguardato il cambio del filtro della nafta che si era intasato. Ci sono stati anche due richiami da parte della Toyota, il primo per i fermi dei poggia testa posteriori, il secondo quello famoso del pedale dell'acceleratore (in entrambi i casi il lavoro in concessionaria e' stato molto veloce). Faccio un elenco degli aspetti positivi e di quelli che mi convincono di meno.

PRO:
  • Abitabilita'. Nonostante le dimensioni compatte c'e' molto spazio dentro. Inoltre il divano posteriore si puo' abbattere e frazionare.
  • Motore. Il diesel 1.4 turbo con i suoi 90 cv spinge molto sopra i 2000 giri. La macchina e' scattante e consuma poco, 20 km/l senza stare per nulla attenti all'acceleratore.
  • Guidabilita'. Ottima tenuta di strada, la macchina e' agile fra le curve, sospensioni discretamente rigide. Il rollio pero' e' marcato per l'altezza del baricentro.
  • Cambio: Preciso e morbido. Ma ultimamente puo' capitare che la retro faccia un po' di fatica ad entrare.                                
CONTRO:
  • Comfort: Motore molto rumoroso in abitacolo. Sedili non profilati. Con il sedile regolato molto dietro come nel mio caso la leva del cambio rimane troppo avanzata. Fra i rumori aggiungo quello, che a volte capita a freddo, tipo barattoli che sbattono, della catena di distribuzione (penso per problemi legati alla lubrificazione).
  • Dettagli: Tralasciando la plastica rigida del cruscotto che ci puo' anche stare. La parte bassa dell'abitacolo e gli interni porte sono molto economici (vedere ad esempio le maniglie delle porte o il tunnel fra i due sedili).  Segnalo anche il pomello  del cambio che scolorisce (quello originale infatti e' stato cambiato in garanzia) e le molle a gas del portellone posteriore che si sono presto scaricate con la conseguenza che il portellone da solo si apre solo a 3/4 (e la testa rischia di sbattere!).
  • Frizione: Non mi ricordo bene come era all'inizio ma ora stacca parecchio alta. Inoltre e' leggermente dura.
  • Sterzo: Lo preferirei piu' diretto ad alte velocita' ma non e' una macchina sportiva...
Aggiungero' in futuro altre osservazioni mano a mano che mi verranno in mente.

martedì 23 novembre 2010

Amarcord giallorosso

Roma - Broendby, semifinale di ritorno della Coppa Uefa 90/91, l'atmosfera all'Olimpico era carica come non mai, stadio stracolmo e tifo appassionato come ai vecchi tempi. Penso che le sensazioni che provai quella sera non sarebbero state diverse se avessi assistito direttamente alla partita, a casa davanti la tv mi sentivo come ai lati del campo. Da giovane tifoso mai avevo visto la Roma arrivare cosi' in la', giocarsi un traguardo importante, la finale di una coppa europea. Erano gli anni del principe Giannini e del tedesco volante Voeller, ed io adolescente romanista, consapevole che situazioni cosi' importanti si presentano raramente, aspettavo sul divano un riscatto, una ricompensa per aver scelto di tifare Roma piuttosto che altre squadre piu' assidue alle vittoria. Allora seguivo con un certo trasporto il calcio, ma le cose cambiano come i divani e le tv. Quelli erano il primo divano in assoluto, e la prima tv a colori, mi ricordo che erano venuti insieme con la casa nuova. La tv ebbe una lunga vita (lode alla marca Sony), il divano fu vittima poco tempo dopo di un mio salto avventuroso sul bracciolo sinistro che si spezzo'. Entrambi li ricordo ora con una certa nostalgia.
All'andata risultato 0-0, si sapeva che per gioire ancora sarebbe stato necessario soffrire. Eppure le cose si erano messe per il meglio, nel primo tempo il gol di Rizzitelli sembrava spianare la strada. Poi nella ripresa la doccia fredda dell'autogol di Nela, il pareggio con gol qualificava la squadra danese. Inizia in quel momento un arrembaggio in area avversaria che definirei epico, il piu' emozionante che ricordi. Fino all'apotesi del minuto 42, cross dalla destra, la difesa del Broendby ribatte, tiro di Desideri centrale ma insidioso, il portiere Schmeichel respinge dinanzi a se', Voeller, il piu' veloce di tutti, allunga la gamba e batte in rete. Mentre lo stadio esplode, balzo giu' dal divano mi precipito di corsa in corridoio felice di piombare contro il muro che ho di fronte.
24/04/91, il mondo sembrava ancora tanto grande.

lunedì 22 novembre 2010

Italia - Svizzera

In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.
(Harry Lime, personaggio interpretato da Orson Wells, nel film Il terzo uomo)
Molto arguta questa battuta, sicuramente, immagino poi che sentita pronunciare da Orson Wells abbia ancora piu' fascino. Pero', giusto il tempo di leggerla, due secondi, e subito, messo gia' da parte l'orgoglio di essere nati in un paese cosi' ricco d'arte, iniziano a scattare altre riflessioni. Sia chiaro, non baratterei mai la Cappella Sistina o l'Ultima Cena, ma forse qualcosa, una minima parte, del nostro patrimonio artistico lo cederei se in cambio si potesse riscrivere la storia e cancellare quei mali che hanno infettato le vicende passate italiane e continuano a dilagare anche in epoca attuale.
Come spesso si sostiene, le lotte fratricide, gli interessi particolari, il "Franza o Spagna purche' se magna", hanno forgiato il carattere dell'Italia e degli italiani nei secoli, fino ai nostri giorni, in cui e' ancora valida la figura dell'italiano medio furbo, che disprezza le regole, che si lascia governare dal potente di turno salvo poi scaricarlo per qualcuno ancora piu' potente. Il potere temporale della chiesa, le signorie e la cultura umanista, hanno prodotto capolavori di inestimabile valore, come rovescio della medaglia hanno bloccato il progresso civile di un popolo, a 150 anni dall'unita', ancora profondamente diviso nella politica e nella societa'. Vorrei vivere in una nazione un po' meno bella ma organizzata in uno stato piu' moderno, giusto ed efficiente.

venerdì 19 novembre 2010

Surrealisti a Perugia

Occasione importante, per chi vive a Perugia e dintorni, per vedere vicino casa grandi maestri del surrealismo come Dali', Magritte, e Miro'. Alla Galleria Nazionale dell'Umbria e' allestita, fino al prossimo 9 gennaio, la mostra Teatro del sogno da Chagall a Fellini. L'intento della mostra e' quello di raccogliere gli artisti che piu' significativamente hanno espresso il mondo dei sogni e dell'inconscio in genere, non solo nello specifico del surrealismo e della pittura. Infatti e' dato un importante spazio anche all'arte contemporanea e soprattutto al cinema. Fra l'altro il percorso che il visitatore compie si conclude con Fellini, di cui sono esposti vari disegni, alcuni di questi tratti dal famoso Libro dei sogni, e di cui sono proiettati spezzoni dei suoi film piu' onirici. Fra questi mi e' capitato di vedere Boccaccio 70 con le scene della gigantesca (in tutti i sensi) Anita Ekberg, sogno ed insieme incubo del povero dottor Antonio...
Ritornando alla pittura, ho apprezzato particolarmente Magritte (uno dei miei favoriti) insieme a De Chirico e Ernst. Riporto qui sotto una Piazza d'Italia di De Chirico (dovrebbe essere effettivamente quella della mostra ma non ne sono sicuro...).

giovedì 18 novembre 2010

The social network

David Fincher, regista di film culto come Seven e Fight Club, si cimenta nella sua ultima opera nel racconto della storia di uno dei personaggi dei nostri tempi, David Zuckerberg, il padre del fenomeno Facebook, il colosso dei social network con oltre mezzo miliardo di iscritti (al momento).
Il film e' la biografia dell'ascesa di Zuckerberg, dalla creazione del primo Facemash (una raccolta "hackerata" delle immagini delle studentesse di Harvard) fino alla causa milionaria in cui viene accusato di aver copiato l'idea di Facebook da altri studenti. Il film procede con buon ritmo e tiene sempre viva l'attenzione dello spettatore, anche grazie alla buona colonna sonora, ma non offre spunti originali o invenzioni narrative, volendo prima di altro assolvere la funzione meramente biografica.
Non facendosi troppe aspettative pensando alla filmografia del regista, e' un film che comunque consiglio di vedere, anche a chi non e' interessato a Facebook o addirittura lo detesta. Da apprezzare sicuramente il tema della solitudine, Zuckerberg cerca di fuggire da essa sulla spinta delle proprie ambizioni, ma nella scena finale vediamo che ne e' ancora vittima. Se ci isoliamo dal protagonista e dalle sue vicende possiamo anche vedere altro pero', un intero mondo, quello universitario americano, che vive e pulsa cullando in se' sempre nuove idee. Da questo film abbiamo un'ulteriore conferma che il modello americano promuove gli studenti intraprendenti, esortandoli a raggiungere obiettivi pratici anche tramite l'interazione sociale con gli altri. Tra l'universita' ed il mondo lavorativo sembra non esserci quell'abisso che invece riscontriamo nel nostro paese.

mercoledì 17 novembre 2010

Sulle strade (e sul film) di Barney

Saltellando tra un canale tv e l'altro mi e' capitato di vedere la presentazione di un saggio di Christian Rocca, giornalista del "Sole 24 ore", dal titolo "Sulle strade di Barney". L'autore parla del suo viaggio in Canada sulle tracce di Barney Panofsky, personaggio del noto romanzo "La versione di Barney". Il personaggio e' fantastico ma essendo una specie di alter ego del suo inventore Mordecai Richler (morto nel 2001) e' stato possibile "incontrarlo" nelle parole del figlio e dei suoi conoscenti, esplorando i luoghi da lui vissuti. Sara' riuscito Rocca a capire finalmente se tutto Barney e' una copia autobiografica di Richler oppure solo una parte?
Ho letto il romanzo qualche anno fa, non mi ricordo molto della trama veramente ma ho ancora ben presenti i tratti caratteristici di Barney, persona cinica e sarcastica, che non si fa scrupoli a mettere in risalto la nuda verita', a discapito del "politicamente corretto" che solitamente ci contraddistingue nei rapporti con amici e familiari. Con grande sorpresa ho scoperto che e' stato girato un film ispirato al romanzo, presentato all'ultimo festival del cinema di Venezia. Devo capire quando uscira' cosi' avro' occasione di fare un ripasso. Da notare che la fase del libro ambientata a Parigi nel film e' stata trasferita a Roma... forse un omaggio all'Italia, paese in cui, oltre al Canada, "La versione di Barney" ha avuto maggiore successo.

La scheda del saggio di Rocca su ibs.it

La scheda del film su mymovies.it