Roma - Broendby, semifinale di ritorno della Coppa Uefa 90/91, l'atmosfera all'Olimpico era carica come non mai, stadio stracolmo e tifo appassionato come ai vecchi tempi. Penso che le sensazioni che provai quella sera non sarebbero state diverse se avessi assistito direttamente alla partita, a casa davanti la tv mi sentivo come ai lati del campo. Da giovane tifoso mai avevo visto la Roma arrivare cosi' in la', giocarsi un traguardo importante, la finale di una coppa europea. Erano gli anni del principe Giannini e del tedesco volante Voeller, ed io adolescente romanista, consapevole che situazioni cosi' importanti si presentano raramente, aspettavo sul divano un riscatto, una ricompensa per aver scelto di tifare Roma piuttosto che altre squadre piu' assidue alle vittoria. Allora seguivo con un certo trasporto il calcio, ma le cose cambiano come i divani e le tv. Quelli erano il primo divano in assoluto, e la prima tv a colori, mi ricordo che erano venuti insieme con la casa nuova. La tv ebbe una lunga vita (lode alla marca Sony), il divano fu vittima poco tempo dopo di un mio salto avventuroso sul bracciolo sinistro che si spezzo'. Entrambi li ricordo ora con una certa nostalgia.All'andata risultato 0-0, si sapeva che per gioire ancora sarebbe stato necessario soffrire. Eppure le cose si erano messe per il meglio, nel primo tempo il gol di Rizzitelli sembrava spianare la strada. Poi nella ripresa la doccia fredda dell'autogol di Nela, il pareggio con gol qualificava la squadra danese. Inizia in quel momento un arrembaggio in area avversaria che definirei epico, il piu' emozionante che ricordi. Fino all'apotesi del minuto 42, cross dalla destra, la difesa del Broendby ribatte, tiro di Desideri centrale ma insidioso, il portiere Schmeichel respinge dinanzi a se', Voeller, il piu' veloce di tutti, allunga la gamba e batte in rete. Mentre lo stadio esplode, balzo giu' dal divano mi precipito di corsa in corridoio felice di piombare contro il muro che ho di fronte.
24/04/91, il mondo sembrava ancora tanto grande.
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