sabato 11 dicembre 2010

I segreti di Londra

Ho appena finito il libro I segreti di Londra di Corrado Augias. Come per I segreti di Roma dello stesso autore che lessi tempo fa, luoghi, monumenti, strade e piazze diventano punti di partenza per raccontare personaggi e storie. Rispetto a I segreti di Roma, in cui durante la lettura si ha quasi la sensazione di essere accompagnati per mano alla scoperta della capitale italiana, nel libro appena terminato ho osservato un certo distacco fra i luoghi ed i racconti, nel senso che ogni capitolo si apre con una descrizione abbastanza veloce di un posto come pretesto per introdurre un evento o personaggio storico il quale viene approfondito nel corso del capitolo perdendo pero' qualunque legame dal contesto topologico iniziale. Un aspetto positivo riscontrato ne I segreti di Roma che si mantiene inalterato anche nella versione londinese del libro e' sicuramente la piacevolezza delle stile sobrio e pacato di Augias, cosi' ricco di dettagli e di precisione giornalistica, a volte arricchito da una velata ironia. L'unica critica da muovere all'autore e' l'eccessivo uso di parentesi che si aprono per descrivere storie dentro altre storie, che possono distogliere dai temi principali rendendo macchinosa la lettura. Discutibile anche la scelta di chiudere dedicando l'ultimo capitolo alle vicende di Diana Spencer, magari era possibile trovare spunti migliori inerenti la Londra contemporanea.
Apprezzabile invece il capitolo introduttivo in cui sono elencati pregiudizi e luoghi comuni degli inglesi secondo il punto di vista degli italiani e viceversa, perche', come poi l'autore spieghera', molti di questi pregiudizi sono veritieri, cio' che e' sbagliato e' la percezione che tende a definire certe caratteristiche difetti quando in realta', se analizzate a fondo, diventa chiaro che difetti non sono. Ad esempio, il rigore e la serieta' inglesi, se grotteschi nella loro forma piu' eccessiva, considerati con piu' profondita' esprimono un'affermazione di liberta' individuale che passa per il rispetto delle regole comuni. Ne I segreti di Londra vengono appunto esaltati i pregi del popolo inglese, anche laddove sembra che sia piu' difficile scovarli. In ogni caso i pregi richiamano per contrasto i numerosi difetti. L'orgoglio nazionale, la tenacia, e le capacita' belliche, che hanno trovato il massimo splendore in personaggi come l'ammiraglio Neltson o il duca di Wellington d'altra parte hanno generato crimini e nefandezze come quelli accaduti negli episodi di maggior violenza del colonialismo britannico (vedere la guerra contro gli Zulu, l'oppressione dell'India di Gandhi). I luoghi che piu' mi hanno incuriosito, citati nel libro, e che non manchero' di visitare quando mi capitera' di andare a Londra per la prima volta, sono: la recente ricostruzione del teatro di Shakespeare (l'originale teatro cosi' come doveva apparire nel Seicento); la finta casa di Sherlock Holmes al 221B di Baker Street (un museo dedicato al piu' famoso investigatore di tutti i tempi, il numero civico dell'edificio sarebbe in realta' il 234); la London Tower, la cittadella fortificata dove furonto tenuti prigionieri Tommaso Moro ed Anna Bolema. Interessante anche la casa museo di Sir John Soane dove, fra le tante opere, e' ospitata la Carriera di un Libertino di Hogarth, una storia realizzata in otto dipinti in successione cronologica (come se si trattasse di un romanzo). Hogarth, come lo Swift de I Viaggi di Gulliver, denuncia i mali e la corruzione della societa' borghese del Settecento. Piu' tardi, nell'Ottocento, Dickens mettera' sotto accusa il degrado e lo sfruttamento della gente dei quartieri poveri (emerge chiaramente dal libro che lo sviluppo industriale e scientifico di cui l'Inghilterra e' stata leader per secoli ha avuto ripercussioni anche drammatiche nella vita sociale prima che si sviluppassero i moderni concetti di diritto e di tutela).

Nessun commento:

Posta un commento