giovedì 19 maggio 2011

Napoli

La sua immagine e' spesso oscurata da fatti poco piacevoli, tuttavia nessuno dovrebbe mai pensare a Napoli come a una citta' che non vale la pena visitare. Napoli e' una citta' piena di contrasti, difficile da decifrare, ma forse proprio questo contribuisce a creare quel fascino da cui e' impossibile non farsi catturare quando la si esplora. Prima delle bellezze architettoniche colpisce la collocazione geografica tutta particolare, che la fa apparire come una terrazza che si affaccia sul golfo antistante. Da una parte la solarita' del mare, dall'altra l'imponenza quasi angusta del Vesuvio che la domina dall'alto. E' una citta' su piu' livelli, il centro e' prevalentemente piano ma i quartieri periferici si sviluppano sulle alture circostanti. Ed inoltre e' una citta' dalle tante anime, da quella piu' popolare di Spaccanapoli, con i vicoli stretti ed panni stesi da un muro all'altro a quella piu' borghese dei quartieri eleganti come il Vomero.
Ai viaggiatori che si accingono a recarsi nella citta' partenopea consiglio l'uso del treno per arrivare alla stazione centrale. Come alloggio suggerisco la Bovio Suite, un bed and breakfast situato in un appartamento di un palazzo in piazza della Borsa, all'estremita' di corso Umberto I. Siamo proprio nel centro di Napoli, a breve distanza dalla stazione che e' situata all'altro capo del "rettifilo" (cosi' come e' comunemente chiamato corso Umberto I). La Bovio Suite, oltre ad essere una struttura ricettiva con conveniente rapporto qualita'-prezzo, e' quindi un punto ottimale da usare come base per visitare la citta'. 
Appena arrivati in stazione, l'uscita non e' certo gradevole, in quanto ci si ritrova nell'antistante piazza Garibaldi e si viene subito a contatto con alcuni dei lati peggiori di Napoli: il traffico caotico, i cantieri aperti, la difficolta' dei movimenti pedonali. Non scoraggiatevi e con un po' di pazienza raggiungerete la stazione degli autobus nel mezzo della piazza. Prendete il primo autobus che percorre il "rettifilo" e, nello spazio di poche fermate, sarete ai piedi del palazzo del vostro alloggio. All'epoca della mia visita dei lavori in corso riguardavano anche piazza della Borsa, ora pero' che la stazione della metropolitana e' stata ultimata (si tratta della stazione "Universita'" della linea 1) la piazza e' tornata priva di cantieri, arricchita dalla statua equestre di Vittorio Emanuele II. Il palazzo della Borsa, su un lato della piazza, sede attualmente della Camera di Commercio, e' una testimonianza del processo di "risanamento" voluto dal nuovo stato unitario italiano alla fine del secolo XIX. Come corso Umberto I e gli edifici situati lungo tale asse, il palazzo della Borsa fu costruito dove prima esistevano vicoli malsani, secondo un progetto che voleva dare lustro all'operato dello Stato da poco sorto e cancellare il passato borbonico. La citta' trasse beneficio dal "risanamento" anche se e' chiaro che fu piu' che altro un'operazione di facciata, in quanto la ristrutturazione interesso' un'area molto limitata. Tornando a piazza della Borsa, da citare, come curiosita', la storia della fontana del Nettuno, spostata in piu' punti della citta' nel corso dei secoli. In particolare, prima che iniziassero i lavori per la metropolitana la fontana del Nettuno si trovava appunto in piazza della Borsa, poi, quasi a sorpresa, nel 2001, riapparve in via Medina, a due passi da piazza del Municipio, dove era gia' stata a lungo in passato. 
Con una rapida passeggiata dalla fontana del Nettuno si raggiunge facilmente un'altra fontana, ben piu' famosa, la cosiddetta Fontana del Carciofo in piazza Trieste e Trento. Il nome deriva dal fatto che una vasca minore e' contenuta dentro una vasca piu' grande (l'acqua che zampilla dalla prima si getta sulla seconda). Qui siamo nel salotto di Napoli, e possiamo ammirare, l'uno di fronte all'altro, il teatro San Carlo e la galleria Umberto I. Il settecentesco teatro San Carlo, destinato all'opera lirica, e' un'autentica meraviglia e per realizzare al meglio il suo valore andrebbe visitato internamente. La galleria commerciale Umberto I, anch'essa frutto del "risanamento" di fine Ottocento, e' sempre trafficata ed esprime al massimo la vitalita' della citta'. Si compone di due strade che si intersecano al centro, coperte da una cupola in ferro e vetro che svetta su tutte le costruzioni circostanti. Si puo' approfittare della galleria per una sosta dedicata a un caffe', ma ancora meglio sarebbe tornare in piazza Trieste e Trento per entrare al Gambrinus, punto di ritrovo storico di Napoli. Costruito subito dopo l'arrivo di Garibaldi, divenne presto l'emblema della nuova Napoli, frequentato da intellettuali e uomini politici, ma anche da cittadini qualunque. Con le decorazioni in stile Liberty e le testimonianze degli artisti che lo frequentarono rappresenta qualcosa di piu' di un semplice caffe'. Entrarci e' come fare un tuffo nel passato rivivendo la Belle Epoque. Notevole la varieta' di tipologie di caffe' che si possono scegliere. Motivo di vanto del locale sono ovviamente anche i tipici dolci napoletani baba', sfogliatella e pastiera. 
Piazza Trieste e Trento, pur nella sua bellezza, assume un'importanza secondaria se confrontata con la piazza principale, la famosa piazza del Plebiscito, di cui in effetti costituisce una specie di porta di accesso. Piazza del Plebiscito stupisce per la sua grandezza, tanto che provoca smarrimento una volta che si e' nel mezzo. Si e' rapiti dallo spazio e dalla luce e le deformazioni della prospettiva ingannano. Non saprei in che modo ma si avverte la percezione netta che il mare non e' lontano: non lo posso vedere ma so che incombe a pochi metri. La piazza non e' chiusa, ma delimitata, su due lati opposti, dal Palazzo Reale e dalla Basilica di San Francesco da Paola. Il palazzo, costruito nel Seicento per ospitare i vicere' degli allora dominatori spagnoli, divenne poi residenza reale dei Borbone di Napoli nel lungo periodo del Regno delle Due Sicilie (1734-1861). Ma la basilica, maggiore esempio italiano di chiesa in stile Neoclassico, e' la protagonista assoluta della piazza. All'inizio del secolo XIX, fu prima costruito l'ampio porticato a forma di emiciclo durante il governo francese di Gioacchino Murat, in seguito, con il ritorno dei Borbone, il corpo della basilica. Esternamente questo si presenta con un ingresso in stile tempio greco-romano sormontato da un timpano, e con tre cupole di cui quella centrale, piu' grande, poggia su un alto tamburo.
Ancora una passeggiata, in discesa attraversando il quartiere di Santa Lucia, e ci si trova davanti Castel dell'Ovo. La fortificazione, che dispone di diverse torri, e' arroccata su un isolotto che si sporge sul golfo. Ai suoi piedi esiste infatti un porticciolo. L'ubicazione di Castel dell'Ovo permette di avere, dal posto, uno splendido panorama sul mare. Posillipo, Capri e, ovviamente, il Vesuvio, sono immediatamente riconoscibili. Anche se esistente da epoca piu' remota come villa piuttosto che come fortificazione, la struttura difensiva comincia a delinearsi nel medioevo, nel periodo in cui Napoli venne conquistata dai Normanni, per poi perfezionarsi ulteriormente sotto gli Svevi e quindi gli Angioini. Successivamente piu' che fortezza fu prigione: in essa vennero tristemente reclusi rivoluzionari ed oppositori dei vari domini di turno. Con l'avvento degli Angioini la residenza reale divenne infatti Castel Nuovo, detto anche Maschio Angioino, il momumento tuttora piu' famoso di Napoli tanto da costituirne il simbolo. Anche Castel Nuovo si affaccia sul mare, ma rispetto a Castel dell'Ovo ha l'aspetto piu' di reggia che di semplice costruzione difensiva. Voluto da Carlo I D'Angio', sotto i re angioini a lui successori si rafforzo' e divenne centro di cultura, ospitando artisti e letterati. Fu pero' anche severamente danneggiato da vari attacchi, tanto che l'aspetto attuale si deve alla ricostruzione avvenuta in seguito con gli Aragonesi. Se non avete tempo per una visita approfondita all'interno, fermatevi almeno davanti all'ingresso ed ammirate, fra le due torri, l'arco di trionfo in marmo, capolavoro non da poco. Con l'annessione del regno di Napoli a quello di Spagna, Castel Nuovo diventa un presidio militare, oltre che residenza momentanea per il sovrano spagnolo quando capitava in citta'. I Borbone contribuiscono a ristrutturarlo e mantenerlo fino a noi. Oggi, fra l'altro, ospita anche il museo civico di Napoli.
Se dopo questi giri avete ancora un po' di energia nelle gambe, tornate a Piazza Trieste e Trento e da li' indirizzatevi a via Toledo, dove potrete fare shopping. Sia per la qualita' dei negozi che per il clima che si respira (piu' a misura d'uomo), Via Toledo e' piu' indicata agli acquisti ed al relax rispetto al sopracitato corso Umberto I, l'altra grande arteria della citta'. Al termine di Via Toledo troverete piazza Dante, importante non solo perche' punto nevralgico dei trasporti cittadini, ma anche per la presenza di alcune chiese e, soprattutto, del Foro Carolino. Costruito dal Vanvitelli in omaggio a Carlo III di Borbone, e' un complesso ad emiciclo sormontanto, ai lati, da statue raffiguranti le virtu' del re, al centro da una torretta con orologio. A piazza Dante e' difficile annoiarsi, dato il movimento di gente e la probabile presenza di bancarelle o mercatini. Per godere di una visuale di Napoli diversa, una buona idea e' servirsi della funicolare che, dalla stessa Via Toledo, conduce alla collina del Vomero (il sistema dei trasporti a Napoli e' molto articolato). Una volta in cima le opzioni sono diverse: mangiare in uno dei tanti ristoranti del quartiere, visitare Castel Sant'Elmo oppure la Certosa di San Martino. Una meta piu' insolita, ma non da trascurare, potrebbe essere Villa Floridiana con relativo parco. Sentieri tortuosi attraversano boschetti e giardini, poi, quasi all'improvviso, gli spazi si aprono verso una terrazza che offre un panorama sulla citta' tra i piu' belli. 
Se il vostro soggiorno, a questo punto, sta finendo (le mie due giornate sono passate velocemente), non potete pero' partire se non avete ancora visitato la "vera" Napoli, ovvero Spaccanapoli e dintorni, il cuore popolare della citta'. Da non mancare via San Biagio dei Librai (che insieme ai Quartieri Spagnoli forma il Decumano inferiore) e la parallela via dei Tribunali (il Decumano maggiore). Le due vie sono congiunte trasversalmente da via San Gregorio Armeno, la via dei presepi, con le botteghe artigianali che fabbricano presepi e statuine ogni giorno dell'anno. Se capitate abbastanza prima di Natale, eviterete l'eccessivo affollamento che rende la strada impercorribile e godrete comunque dell'atmosfera di festa. Se ve la sentite di spendere qualche decina di euro per una statuina, acquistate come souvenir da riportare a casa il presidente Barack Obama o l'azzurro Fabio Cannavaro che stringe la Coppa del Mondo. Sempre nella zona merita una rapida visita il Duomo di San Gennaro, il patrono della citta', autore del noto miracolo della liquefazione del sangue, che si ripete ogni anno. All'interno della cattedrale, la barocca Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, con le reliquie del santo, sulla destra, e' ricca di ornamenti, marmi e dipinti. Una tappa obbligata e' una sosta presso una delle tante pizzerie, ad esempio "Di Matteo" lungo via dei Tribunali. La pizza napoletana ha caratteristiche proprie che la distinguono da tutte le altre: l'impasto e' morbido ed elastico, non troppo cotto; la pizza si presenta alta ai bordi, meno al centro ma mai sottile. Gli unici ingredienti ammessi come condimento sono pomodoro e mozzarella, oltre a questi al limite si aggiungono le acciughe. Nelle pizzerie dove la pizza e' acquistata per essere mangiata per strada spesso viene servita "a libretto", cioe' piegata in quattro lembi sovrapposti per essere afferrata meglio.
Prima di prendere il treno per il ritorno, concedetevi infine una o piu' sfogliatelle nella pasticceria all'angolo di piazza Garibaldi, di fronte alla stazione, non e' complicato trovarla (dovrebbe chiamarsi "F.lli Attanasio"). Un vassoio, con gusti assortiti, vi potra' tenere compagnia durante il viaggio verso casa. Chiudo con alcune considerazioni e osservazioni varie: e' stupefacente la rassegnazione ed il fatalismo delle gente che aspetta l'autobus del sabato, che potrebbe passare ma anche no, a discrezione credo dell'autista o di chissa'  quali altri incogniti fattori; se poi l'autobus passa, salite e vi fate riconoscere che siete turisti, soprattutto da come tenete stretta la vostra borsa, qualche passeggero del posto ci terra' ad informarvi su usi e costumi dei borseggiatori nella zona, cercando, nello stesso tempo, di rassicurarvi; i ristoratori potrebbero essere furbi con voi turisti applicando dei prezzi esagerati, ad esempio, ad un piatto con si' molti paccheri ma altrettanto poco pesce; se, involontariamente, assumete un atteggiamento che potrebbe far pensare che siete voi che volete fare i furbi, verrete redarguiti senza tanti giri di parole (con in mano lo scontrino per una sfogliatella semplice, volevo farmene dare una al limone, ignorandone il costo maggiore...); a parte all'arrivo ed alla partenza, quando non potete fare a meno di passarci, evitate i dintorni della stazione, potreste capitare in zone affollate di gente disperata, accampata per strada, nella sporcizia e nel degrado piu' assoluti (nessuno mi ha infastidito ma la scena, da paese non civilizzato, mi ha fortemente impressionato).

Piazza Trieste e Trento
Piazza del Plebiscito
Panorama del Vesuvio da Castel dell'Ovo
Castel Nuovo (Maschio Angioino)
Panorama dal Vomero
Duomo di San Gennaro
Via San Gregorio Armeno

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