giovedì 26 maggio 2011

Irlandese ma italiana

Una rossa irlandese... potrebbe essere la sintetica descrizione di una tipica ragazza di Dublino o di Cork, capelli rosso acceso e magari abbondanti lentiggini. In alternativa potremmo stare a parlare di una red irish ale come ad esempio lo e' la McFarland, birra rossa prodotta in Italia ma secondo una ricetta originale della Murphy Brewery Ireland Ltd, nota casa brassicola irlandese, appartenente ora alla multinazionale Heineken. La McFarland e' una ale tradizionale, di medio tenore alcolico (5.6 ABV), dal caratteristico colore ambrato intenso, con riflessi ruggine. Come per le altre red irish ale anche per la McFarland il gusto principale e' il maltato dolce. Se deve infatti notare che l'usanza di produrre birra in Irlanda ha inizio addirittura duemila anni fa, presso le popolazioni celtiche. Successivamente, con la diffusione nell'isola del cristianesimo, e la nascita dei complessi monastici, furono i monaci a tenere viva la tradizione della birra nei secoli. L'uso del luppolo come amaricante non si realizzo' pero' prima del Settecento, quando inizio' a diffondersi anche in Irlanda (fino ad allora erbe quali la genziana erano impiegate per aromatizzare le ale). Questo spiega storicamente, quindi, la prevalenza del tono caldo del malto rispetto all'amaro del luppolo.
Genericamente parlando, il gusto di una red irish ale si puo' spingere fino al caramellato ed al "burroso", anche se l'amaro, pur secondario, e' sempre distintamente avvertibile (tanto da generare un piacevole contrasto). La McFarland, pur facendo parte della tipologia, se ne differenzia in quanto e' meno corposa ed ha un gusto piu' piatto. A livello olfattivo, come le altre, presenta chiari sentori maltati (anche mielati) e fruttati. La schiuma inoltre e' fine e compatta, accompagnata da un'effervescenza iniziale, che pero' tende a svanire presto. Un importante aspetto da sottolineare e' che l'amaro e' persistente, e che rimane in bocca una secchezza che ne facilita la bevibilita'. Non e' raro che, finita una bottiglia (da 33 cl, nella confezione da tre reperibile al supermercato), si passi rapidamente alla seconda, poiche' sembra piu' leggera di quanto sia effettivamente. L'etichetta e' inconfondibile, dentro un ovale con bordo verde e sfondo rosso, si stagliano i profili di tre levrieri bianchi affiancati. L'ovale e' diviso in due dal nome della birra, e la parte superiore contiene uno scudo con l'emblema irlandese per eccellenza, il trifoglio. Gli stessi levrieri bianchi sono riprodotti sul tappo. Per quanto riguarda le modalita' con cui gustarla, e' consigliata una temperatura di servizio fra i 9 ed i 12 °C, ed un bicchiere tipo "balloon", cioe' di forma tonda, poco aperto in cima.
Anche se andrebbe provata in cucina, ed io ancora non l'ho fatto, sembra che la McFarland sia ottima per la preparazione di alcuni piatti. Una ricetta appetitosa la abbina a carne di maiale e panna. La birra va aggiunta quando la carne e' ben rosolata da entrambi i lati, e la cottura terminata quando la salsa diventa sufficientemente densa. Per finire, volendo completare il panorama della categoria, riporto un breve elenco di altre prestigiose red ale irlandesi: la Smithwick's, fra le piu' "burrose"; la Kilkenny Irish Beer, invece piu' secca; la Beamish Red; la Murphy's Irish Red; la Molings Traditional Red Ale. Insomma, si tratta di una produzione vasta e diversificata, sebbene molti, fra le birre irlandesi, non conoscano altro che le scure stout come la Guinness.

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