martedì 1 marzo 2011

Gli anni

E' piu' facile percepire lo scorrere del tempo guardando gli altri che se stessi. Quante volte mi capita di incontrare per caso miei coetanei, che non vedevo da parecchio, con un bambino in braccio. Ai miei occhi sembrano diventati padri all'improvviso, li ricordavo magari sui banchi di scuola, nella spensieratezza della loro gioventu', ritrovarseli davantiinaspettatamente puo' essere traumautico. Non colpiscono tanto i segni esteriori, l'aspetto cambiato, e' il materializzarsi della consapevolezza che si sono sposati, hanno messo su famiglia, magari possiedono una casa di proprieta', un lavoro che non avresti mai immaginato, che disorientano e stupiscono. L'"aeroplanino" ora e' parcheggiato in panchina, ma ricordo come fosse ieri quando volteggiava sui campi verdi. Anche perche' appena due anni fa appese le scarpette al chiodo, chi avrebbe mai pensato di ritrovarlo gia' come allenatore di una squadra si Serie A, per giunta la squadra con la quale ha condiviso la maggior parte della sua carriera calcistica? "Vincenzino" Montella, le immagini piu' nitide che conservo di te risalgono a tempi ormai lontani, anche se l'affetto da tifoso verso di te non e' mai diminuito, nemmeno nelle tue ultime stagioni da calciatore, quelle in cui venivi schierato raramente o addirittura ceduto in prestito. Il gol dal pareggio a Torino contro la Juventus a tempo scaduto, con la tua zampata acrobatica piu' veloce del portiere e del tuo amico-nemico Batistuta, ed i festeggiamenti vicino alla bandierina, proprio sotto il settore dei tifosi giallorossi; il gol del giorno dello scudetto, il secondo della Roma contro il Parma, pronto a ribattere ancora una respinta del portiere ed a decollare verso la curva sud; i quattro leggendari gol del derby vinto 5-1, due insolitamente di testa, uno di rapina ad anticipare l'immobile Nesta, l'ultimo con tiro da fuori a colpire il sotto della traversa.
Ora ti ritrovo non invecchiato, anzi la tua faccia da ragazzino un po' "scugnizzo", dall'aria furba ma simpatica, non penso che cambiera' mai. Ti ritrovo con la cravatta e con il giaccone lungo, ai bordi del campo, tutto assorto a "leggere" la partita, dare indicazioni, decidere i cambi. Non so come riuscirai a cavartela, se oltre al ruolo di "traghettatore" riuscirai a guadagnarti altro. Messa da parte la mia malinconia ti auguro innanzitutto di mantenere nella nuova veste quella sincerita' che, per quanto posso io intuire, mi sembra e' sempre stata tipica della tua persona. Fra passaggi societari, spogliatoi spaccati, sbagli di allenatori e colpe di giocatori, il "povero" tifoso non ci capisce piu' nulla e comincia a pensare di essere ingannato da montagne di frottole. La tua umanita', e la tua intelligenza, mi portano a sperare che saprai distinguerti da tutti gli altri. Vola "aeroplanino", vola!

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